Lividi e botte in settimana bianca, occhio al vademecum dello sciatore

La stagione sciistica è ormai nel pieno e come ogni anno gli appassionati affollano le piste per la settimana bianca o anche solo per il week-end. Spesso ci si improvvisa però provetti sciatori passando direttamente dalla scrivania dell’ufficio agli sci senza un’adeguata preparazione. Aumentano il rischio di piccoli e grandi incidenti: dolori muscolari e articolari (oltre il 65%), distorsioni (23,5%), ematomi (14%) ferite ed escoriazioni (12%).

Secondo un’indagine promossa da Anifa, l’Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’Automedicazione, oltre il 70% degli Italiani dichiara di aver “avuto a che fare” con un imprevisto nel praticare attività sportive.  È importante sempre prepararsi, per dare la possibilità al fisico di sopportare al meglio il carico di lavoro richiesto durante l’attività sciistica. Quando si programma la famosa settimana bianca è bene iniziare un allenamento costante e graduale almeno 2 mesi prima, in modo da ridurre al minimo i rischi dei traumi tipici dello sciatore.

Necessario un po’ di stretching qualche minuto prima di affrontare le piste.  Non ci sono limiti d’età per praticare lo sci. Si può iniziare già a 4 anni e proseguire tutta la vita sempre che non si soffra di patologie cardiovascolari, polmonari o dell’apparato muscolo-scheletrico. Vietato invece alle donne in gravidanza per rischio cadute.  Usare prudenza scegliendo le piste più adatte alle proprie capacità tecniche, non eccedere con il cibo durante il pranzo ed evitare bevande alcoliche, fattori che pregiudicano la reattività muscolare e la concentrazione.

Non pretendere troppo da se stessi: è provato che il maggior numero d’incidenti avviene nelle ultime ore di attività a causa della stanchezza. È importante imparare a “leggere” alcuni indicatori di fatica, quali l’affanno, l’astenia, o debolezza e un rallentamento della velocità di reazione.

In caso di distorsioni, strappi e slogature – particolarmente frequente nello sciatore la distorsione al ginocchio – tenere l’articolazione a riposo per evitare di aumentarne l’infiammazione. Applicare una borsa con il ghiaccio e usare localmente prodotti (pomate, creme, unguenti) a base di antinfiammatori non steroidei, i FANS diclofenac, naprossene, ibuprofene, che oltre alle loro proprietà antinfiammatorie sono anche in grado di calmare il dolore. Se il dolore è spiccato può essere utilizzato, per brevi periodi di tempo, lo stesso tipo di farmaci in automedicazione per via orale (diclofenac, naprossene, ibuprofene, ketoprofene).

Le cadute possono provocare ematomi (i classici lividi). I più frequenti e leggeri tendono a risolversi spontaneamente nel giro di pochi gironi. Nei casi più seri, per accelerare il “riassorbimento” del sangue fuoriuscito dai vasi sanguigni e quindi migliorare la circolazione venosa superficiale, possono essere usati farmaci di automedicazione a base di escina, oxerutina, irudina, eparina sodica, eparan solfato, sulfomucopolissaccaridi.  In caso di ferite ed escoriazioni, pulire accuratamente la parte con acqua fredda e sapone aiutandosi con garze sterili (mai con cotone idrofilo) procedendo dalla lesione verso l’esterno per non sporcare ulteriormente la ferita. Dopo la pulizia si può applicare un disinfettante, preferibilmente non alcolico, a base di clorexidina, cloro, iodio e iodopovidone, acqua ossigenata, mercurio. Proteggere la ferita con garza sterile e cerotti.

Ci sono anche prodotti cicatrizzanti (disponibili anche sotto forma di garze medicate) che accelerano la cicatrizzazione e svolgono un’azione antibatterica. Se la ferita non guarisce, ma tende ad arrossarsi, a gonfiarsi eccessivamente e a far male o se, addirittura, si osservano delle striature rossastre che risalgono dalla ferita, probabilmente c’è un principio di infezione. In questi casi disinfettare ancora la ferita e sottoporsi all’esame del farmacista o del medico.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento